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Ad ogni spazio si può abbinare il colore giusto.
Prendiamo una casa: l’ingresso o il salotto ha la vocazione conviviale che richiede dei colori caldi, mentre la zona notte preferisce i colori freddi, per migliorare il senso di relax. Un asilo materno sceglierà una tonalità vivace come quella gialla che stimola le attività; uno studio odontoiatrico potrà orientarsi sul verde (magari nella sfumatura tenue della salvia) che è considerato il colore della tranquillità.
La scelta cromatica ci influenza, che lo si voglia o no.
Prova a pensare di essere in una stanza dipinta di blu: sentirai maggiormente la sensazione di freddo rispetto ad una stanza tinteggiata di arancione, anche se la temperatura è la medesima in entrambi gli ambienti. Questione di colore, dunque, ma anche di come la luce lo esalti in funzione della natura delle superfici riflettenti.
La rugosità, ad esempio, incide sull’effetto percettivo, non ci hai mai fatto caso? Non solo: il cromatismo definisce anche l’aspetto geometrico-visivo di uno spazio. Colori molto saturi hanno la prerogativa di imporsi rispetto ad elementi meno carichi e con tonalità più neutre. In questo modo, una parete scarlatta sembrerà più vicina e più alta di quanto sia in realtà. Al contrario, un ambiente può risultare più grande quando il soffitto ha un colore più chiaro rispetto alle pareti.
Al centro di un progetto d’arredo si pone dunque il percepito delle persone che gravitano e vivono negli spazi realizzati. Bello o brutto, accogliente o inospitale, da ricordare o da dimenticare; ecco le sensazioni che scaturiscono dal linguaggio multiplo parlato dal layout globale, che ha la responsabilità di mostrare i valori in cui riconoscersi, dialogando con i componenti di arredo, le luci, i materiali, i colori.